Aspasia e le altre

Aspasia e le altre

Autrice: Antigone

mascheraMi piace il gioco dello pseudonimo in chiave classica, lo adotto e vado al via del mio primo articolo su questo blog.

Il teatro è assai scarso di personaggi femminili di spessore, comprimari nella maggior parte dei casi, oppure “elevate” al ruolo di protagoniste, grazie alla bontà degli uomini.
Sembra che sia assai difficile concepire la donna come persona, spesso utilizzata come oggetto, secondo il proprio capriccio, pretendendo l’esclusiva delle “istruzioni per l’uso”.

Le grandi figure femminili nel teatro – ma per carità – quando qualche personaggio pare elevarsi, se andiamo a fondo, scopriamo che l’autore di turno si è fatto bello concedendo un tantino di libertà e allentando il guinzaglio, Così, il nostro “bravo autore” viene acclamato come uno che da dignità alla donna. Niente di più falso, come è falsa questa o quella scrittura scenica. Nessuna voglia di fare elenchi delle interminabili rappresentazioni dove la donna è la vittima ideale, ora sacrificale, ora sottoforma di “eroina”, ora come logica conseguenza del suo essere donna.
Ne racconterò tante nel seguito della mia collaborazione al blog. A proposito del blog, devo dire che mi ha sorpreso che il mio scrivere non abbia avuto, da parte della redazione nessuna regola. Scrivi quello che vuoi, mi è stato detto, e così farò. Bell’occasione mi sono detta, vado avanti allora, prima che ci ripensino.

Aspasia e le altre, proprio di loro intendo parlare, partirò da Aspasia, etera prima, poi amante e, infine, moglie di Pericle, il grande reggitore di Atene, propugnatore e guardiano della “Democrazia”, che… ma ne parleremo. Poi delle altre donne, del popolo o cortigiane e naturalmente attrici e artiste in genere, che di volta in volta sono oggetto e soggetto delle “rappresentazioni” maschili, sotto forma di proiezione dei lori desideri più lascivi, e quindi idioti, o magari di sogni edipici neanche tanto nascosti.
Parliamone dei grandi “vati” del teatro e/o delle loro escursioni nel cinema d’autore, il più delle volte, insulsi e rappresentativi solo dei loro drammi esistenziali non risolti o irrisolvibili con la bottiglia o sostanze varie, le cui opere sono elargite al pubblico solo per mitigare il loro disagio interiore. Ecco allora che questi “geni” ricorrono all’ostentazione del nudo femminile, posto in scena o sotto lo sguardo di una cinepresa, scrutato, osservato nei minimi anfratti e poi penetrato, ma il più delle volte, messo lì a bella posta, senza nessun supporto della scrittura scenica, solo perché fa bello e soprattutto soddisfa intimamente l’autore, che ovviamente si aspetta da critici suoi pari, lodi al suo genio, tanto i “critici” perfetti idioti, non stroncheranno mai il genietto di turno, ne andrebbe della loro credibilità, mai affossare gli stereotipi, poi, perbacco, dove mettiamo la solidarietà e il cameratismo maschile, per non parlare poi del pubblico.

Mentre butto giù queste righe, la radio accesa m’informa che è stata incoronata la nuova miss Italia, e mi rendo conto immediatamente di quanti argomenti io disponga per scrivere, perché anche i concorsi di bellezza sono un mondo da esplorare, quelle “figliole” lì in bella mostra ci sono o ci fanno? Bella domanda! Non è che tutte le donne…

Concludo questo primo articolo, dando risposta a quanti in redazione mi hanno chiesto del perché dello pseudonimo che ho adottato. Antigone mi è sembrata tra protagoniste del teatro quella più consapevole, se non altro per il suo ruolo “politico” anche se qualcosa si può dire sul suo modo di fare… e lo diremo.


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