Sulla terra al nostro tempo

Sulla terra al nostro tempo il re assoluto è il denaro…

affabulando alla maniera dei giullari

giullareA cura della Redazione

Iniziamo con questo testo la pubblicazione di alcuni canti medioevali conosciuti come Carmina Burana, composti originariamente in latino e medio – alto tedesco, tra il XII e XIII sec. Sono l’espressione forte e vibrante della goliardia dei chierici erranti che con raffinata, poesia cantano l’amore e la libertà, tra desideri e piaceri terreni, ma soprattutto il rifiuto totale della ricchezza, sono, infatti, attenti critici e fustigatori delle istituzioni civili e religiose del tempo, avviate sempre più verso la corruzione, tra culto del denaro ed eccessi, esercitando un potere assoluto fatto di immoralità e sfruttamento. Alcuni sostengono che siano proprio questi chierici errabondi che daranno vita a quel fenomeno storico, culturale e “politico” che furono i giullari medioevali, noi siamo tra questi. I componimenti poetici conosciuti appunto come Carmina Burana erano, affabulati e cantati nelle piazze dei villaggi e delle città, nelle osterie e nei più svariati luoghi ed attiravano tantissime persone, ovviamente erano osteggiati dalle alte gerarchie ecclesiastiche e dai maggiorenti del luogo.
Intendiamo pubblicare questi testi accompagnanti da ampi cenni storici. Ci siamo a lungo interrogati se pubblicare anche l’originale testo latino, abbiamo poi pensato che ciò che c’interessava maggiormente era dar voce alle parole e ai loro contenuti profondi, ed eccoli tradotti, affinché siano ben comprensibili, anticipiamo che a breve anche l’originale stesura latina troverà spazio sul blog e non solo.

In terra summus rex/ In terra il più potente re

Sulla terra al nostro tempo il re assoluto è il denaro. I sovrani lo amano molto e lo servono. La corrotta curia papale ne è quanto mai golosa. Impera nelle celle degli abati e la folla dei priori, nelle loro cappe nere, glorifica solo a lui. Il denaro è giudice dei sommi concili; provoca le guerre ma, se vuole, assicura anche la pace. Esso suscita le liti perché, vuole mandare i ricchi alla rovina, ma può anche innalzare il povero dal fango e renderlo ricchissimo. Il denaro vende e compra ogni cosa, e riprende poi ciò che prima ha dato. Esso lusinga dolcemente, ma dopo le carezze torna a minacciare. E’ bugiardo per natura e si mostra sincero assai di rado. Il denaro rende spergiuri anche i poveri e i moribondi; è il dio degli avidi e la speranza degli avari. Sa trarre in inganno anche l’amore delle donne e innalzare a sovrane persino le sgualdrine. Il denaro rende ladri anche i più nobili; sono più i ladri per denaro che le stelle su nel cielo. Se il denaro è processato, evita subito ogni rischio di condanna. Esso, infatti, non può che vincere la causa e il giudice e la corte lo assolvono affermando: “il denaro ha preso per scherzo un agnello bianco”, ma il denaro, signore potentissimo, si permette sfacciatamente di smentirli, dicendo: “L’agnello che ho preso io è nero”, e trova subito d’accordo le autorità presenti. Se il denaro parla, si sa che il povero non può fare altro che tacere. Il denaro placa il dolore e allevia la fatica, ma può uccidere il cuore dei saggi ed accecare i loro occhi. È ormai provato che il denaro rende istruito anche lo sciocco. Esso procura medici famosi, ma anche falsi amici. La sua mensa è colma di piatti abbondanti e deliziosi, pranza con pesci squisiti e ben conditi, e beve il vino francese e d’oltremare. Il denaro indossa vesti nobili e preziose che gli conferiscono una straordinaria magnificenza ed il solo a portare quei gioielli che provengono dall’India. Il denaro si compiace nel vedere che tutti s’inchinano ai suoi piedi. Esso conquista le città e, se vuole, le consegna a tradimento. Il denaro è adorato perché opera miracoli: guarisce chi è malato, taglia, brucia e corregge ogni difetto. Rende prezioso quanto è privo di valore e amaro ciò che è dolce; fa sentire i sordi e camminare gli storpi. Vi parlerò ora d’altre sue virtù, ancora più grandi delle precedenti: ho visto il denaro che cantava e celebrava messa; intonava il canto e rispondeva poi in coro. L’ho visto che piangeva mentre predicava, e intanto sogghignava perché stava ingannando il gregge dei fedeli. Senza il denaro nessuno è amato e onorato, col denaro invece anche chi è malvagio è giudicato irreprensibile. E’ chiaro ormai a tutti che il denaro regna ovunque. Ma poiché la sua gloria può finire in un istante, giustamente la saggezza è la sola che non vuole frequentare la sua corte.

Glossario:

Carmina Burana
Giullari



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