Tempus transit gelidum

o dell’inverno oramai passato

a cura della Redazione

Ecco che l’inverno è passato e la felice primavera ridesta il sentimento dell’amore e Cupido trafigge i cuori… La poetica è delicata e allusiva è il risveglio della natura che concede ai cuori il bisogno d’estasi, mai contesto fu più evocativo. Quel tempo medievale carico di violenza, tensioni, conflitti, repentini cambiamenti e tragici capovolgimenti è capace, nei versi di giullari, chierici erranti e cantori, di descrivere l’armonia della natura in modo assai sublime, come a dimostrare che in ogni tempo, per quanto tragico possa essere, il sentire poetico esprime la vera essenza dell’umano, che nel profondo è in perfetta simbiosi con l’armonia della natura. Ancora una volta la contemporaneità ha di che riflettere su un passato spesso liquidato come tempo solo buio ed oscuro.

Tempus transit gelidum/L’inverno è ormai passato

L’inverno è ormai passato, il mondo si rinnova, ritrova la
fiorita primavera e la natura riprende il bell’aspetto.
Cantano gli uccelli e mentre cantano gioiscono… Più tersa e
più leggera l’aria è ormai serena e il bosco mette nuovamente
la sua frondosa chioma.

Le belle fanciulle giocano sui prati e con le dolci labbra
intonano nuove canzoni, le accompagnano gli uccelli
cinguettando e la terra coperta di fiori, offre loro il suo profumo.
E il cuore è subito avvinto dall’amore all’udire i dolci
canti delle fanciulle e degli uccelli.

Il fanciullo armato di faretra tende ora le sue reti; a lui è
soggetta la folla degli dei e il suo dominio si estende in tutto
il mondo. Egli mi ha vinto e ferito: dapprima ho combattuto
con tutte le mie forze, ma poi mi ha sottomesso
alla volontà di Venere.

Amo la sola che mi ha trafitto dolcemente e che ho
unito a me con un patto indissolubile. Non ho mai violato
la fedeltà che le giurai e ho dato tutto me stesso a questo
amore così tenero. Come sono dolci i baci della mia fanciulla!
Li ho già provati: non sono tanto squisiti né il cìnnamo né il miele!