Cronache della distruzione

Cronache della distruzione

Autrice: Antigone

San Pedro de Atacama

Dopo La Distruzione è un cortometraggio che ha preso vita, che ha visto la luce, che vive, parla, tocca e ferisce. Tempo fa, circa due anni orsono, al tempo della mio primo post su Teatrocondiviso, nel dare l’avvio alla mia collaborazione esordivo scrivendo che era mia intenzione essere chiarissima sul rapporto prevaricatorio e tirannico dei maschietti attori, registi ed artisti in genere, nei confronti delle donne, che fossero colleghe e non. Scrissi che nella maggior parte dei casi la donna nel teatro e nel cinema è “utilizzata” come corpo da esibire e/o soddisfare i sogni edipici di spesso presunti “maestri”, sottolineai che non avrei avuto riguardo per nessuno, fossero anche celebrati “mostri sacri” ed infine scrissi che lo avrei fatto fin quando l’accordo con la redazione del blog di concedermi carta bianca non fosse mutato. Ora a distanza di quasi due anni, non solo quell’accordo non è mutato, ma a partire dalla stagione scorsa ho visto l’andare in scena ottimi lavori sostenuti e prodotti dal blog, molti dei quali con giovanissime e giovanissimi interpreti, che ho a mia volta promosso e sostenuto, posso dire ora che questo luogo mi è perfettamente congeniale. Veniamo al cortometraggio che il blog ha promosso, il testo è scritto da Emanuele tra il 1977 e il 1978 per “Ipotesi Teatrale” un progetto teatrale collettivo (come spesso si usava fare allora) che affrontava il tema del Potere e dei suoi eccessi fino al totalitarismo, tra guerra e delirio distruttivo, realizzato e portato in scena dal gruppo “Mantra – suonomovimento” operante a Casalecchio di Reno in provincia di Bologna in una struttura denominata Ex Tiro a Volo (è intuibile quale fosse stato il suo primigenio utilizzo). Il gruppo formato da un indefinito numero di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 20 anni mise in scena il suddetto lavoro, all’interno del quale era inserito il brano che oggi è diventato un cortometraggio. Non andrò oltre a raccontare di quel periodo che aprirebbe altri capitoli ed altre storie, magari un giorno lo farò. Fu comunque in quel periodo che conobbi Emanuele. Il testo e l’intero progetto, fu in generale ben accolto, ma ad onor del vero, suscitò anche discussioni e polemiche a volte piuttosto aspre, alcuni lo considerarono troppo tranchant, altri vi vollero perfino vedere un qualche delirio nichilista. Lo spettacolo, in ogni caso, fu contemporaneamente l’apice ed il canto del cigno di quell’eterogeneo e per certi versi geniale gruppo. Poi come sempre accade le strade si dividono, il lavoro di Emanuele è noto a quanti frequentano questo blog e quanto è qui pubblicato ne è testimonianza. Il testo parla della donna e del rapporto con l’universo maschile e con il potere che esso rappresenta, è forte ed appassionato, l’azione è inserita in un non precisato luogo sospeso tra passato, presente e futuro, è una donna che parla e lo fa rivolgendosi alla figlia, figura presente, ma non visibile, tanto da sembrare il parto dell’immaginazione di quella donna sola in un nulla devastato di un mondo finito. Riprenderlo ora e farne un cortometraggio, in questo stralcio storico quando la violenza sulla donne e quotidianità, assolutamente ignorata dalla politica e trattata con indignazione di circostanza da più di una testata giornalistica, è stata una di quelle scelte che hanno un forte valore d’impegno civile, questa è una delle ragioni che mi fanno sentire a casa in questa redazione. La stagione dei Diritti conquistati con lotte aspre e convinte, pare davvero lontana anni luce o addirittura un racconto ideale o una sorta di favola utopica, il corto allora ci riporta ad un punto fermo. Niente è stato risolto, le disuguaglianze, le discriminazioni, il delirio di onnipotenza, la propensione al possesso del corpo e della mente e la violenza covata sotto buoni propositi tipici di tantissimi maschietti sono ora prassi collettiva, alimentata da “governanti” la cui caratteristica è stata ed è l’uso e l’abuso del corpo della donna conclamato pubblicamente come un programma politico, ovviamente meglio se giovane e carina “costretta” ad accettare la concupiscenza del maschio, potente e ricco perché o non particolarmente intelligente (magari tutte le donne avessero coscienza e dignità di sé) o in condizione di bisogno. Ecco allora che l’esempio dall’alto trascina tutti gli “ignobili” pronti a dar sfogo alla violenza che è in loro, giustificati e foraggiati da una classe “politica” di fatto fascista, seppur mascherata da “democrazia”. Parliamo ora del corto e della sua realizzazione, la prima cosa che mi sento di dire è che l’interpretazione della protagonista, Gemma Ruzza, è davvero notevole ed intensa, è alla sua terza esperienza artistica con Emanuele, sicuramente possiede un talento naturale, ma il risultato ottenuto è frutto anche di un intenso lavoro sul testo durato mesi, che poi ha visto il compimento con la collaborazione di Demetrio Poli ed Alessandro Garzaro ottimi videomaker, che hanno girato e montato arrivando ad un risultato più che ottimo. Devo confessare che la prima volta che ho visto il lavoro finito, presentato in anteprima in apertura di un concerto della band “La Voce del Bardo” di cui fanno parte Demetrio Poli ed Emanuele, ho avuto una stretta al cuore, il viso di Gemma rappresentava perfettamente l’anima profonda di quella donna, le parole sostenute dalla chiarezza di una dizione ben acquisita, mi sono entrate dentro, non sentivo il testo dalla sua prima teatrale, una grandissima energia mi è spigionata da dentro, immediatamente mi sono detta, che questo lavoro andava promosso ai massimi livelli perché il suo valore e la sua forza, seppur col passare degli anni, sono rimasti intatti ed anche rafforzati direi. La giovane interprete fa trasparire la sua profonda empatia con il personaggio, è maturata moltissimo dalla sua prima presenza in scena e con lei lo sono gli altri ragazze e ragazzi di quello straordinario gruppo nato attorno ad Emanuele, che stanno ora lavorando ad un altro progetto, non poteva essere altrimenti, lo attendo quanto prima in scena. Lascio ora lo spazio alle immagini e alle parole, del cortometraggio, invitando tutti a commentare e ad organizzare serate a tema già previste e preparate dalla redazione. Per quanto mi riguarda inizio da subito a promuoverlo e a seguirne sul blog tutti gli sviluppi… sto elaborando altri post sull’argomento, che ahimè, come dicono i giornalisti seri, saranno di “stretta attualità”… ma… parleremo… anche dei “giornalisti”.

Questa sera vorrei presentarvi
La parola dell’autore


Comments are closed