Metamorfosi

Metamorfosi

per un approccio spirituale al  teatrare

Autrice: Draupadi

Volto di Donna...Arte Indiana

Volto di Donna…Arte Indiana

Inizio la mia collaborazione col blog Teatrocondiviso, grata dell’invito fattomi. Sono fermamente convita che quest’arte sia essenzialmente parte della sfera spirituale e questo è suffragato da una amplissima letteratura nonché testi storici e nelle filosofie e nella cultura di ogni popolo  nel susseguirsi delle varie Ere.  Col tempo e la progressiva degenerazione delle società umane tutte, ha mutato nella considerazione, percezione e nell’accezione comune divenendo di fatto sinonimo di mero intrattenimento. Già l’accezione di teatro usata per identificare il rappresentare è anch’essa una deformazione  dal suo reale significato, la parola teatro infatti fu usata dai greci per identificare (theàomai – vedo) la gradinata e anche il pubblico che assisteva alle rappresentazioni ed proprio per questo antico significato che gli edifici adibiti alle rappresentazioni vengono identificati dalla parola teatro nello stesso modo in cui nell’antica Grecia si diceva il teatro di Dioniso identificando il luogo dove avvenivano i riti/rappresentazioni ispirate e dedicate al dio. La stessa identificazione del luogo con la parola che richiama all’origine quest’arte o pratica spirituale collettiva è comune a moltissime culture e civiltà sviluppatesi in ogni continente, ho citato, come esempio la civiltà Greca dalla quale la nostra cultura trae maggiormente linfa ed ispirazione.

Quindi userò il termine rappresentare, dando per assodato che la parola teatro identifica i luoghi ove si rappresenta. L’essere considerata arte spirituale non la rende avulsa dalla realtà quotidiana anzi né e parte peculiare. Quando abbiamo iniziato a discutere con la redazione per la mia collaborazione al blog ci siamo trovati immediatamente d’accordo sul fatto che la sua vocazione rivolta al detto teatro (rappresentare) in civile era perfettamente in accordo con il mio approccio. Avremo modo, attraverso miei interventi sul blog, di approfondire  attraverso la modalità di scrittura che mi è propria ogni argomento solo accennato in questa piccolissima presentazione, sono convita che più di qualsivoglia presentazione saranno i reali interventi che qui pubblicherò a dar conto di quanto intendo. In conclusione ringrazio per l’invito a partecipare al blog con la mia scrittura e per quanto concerne l’uso di uno pseudonimo, prassi molto usata in questo contesto, l’ho accettata con molto entusiasmo, se vi chiedete a cosa si riferisca quello che ho scelto avrò modo di raccontarlo nel corso del tempo. Posso solo dirvi che è un nome di donna riportato nella tradizione epica dell’India Vedica.

L’ articolo che segue è la rielaborazione di una possibile scrittura scenica che affronta gli argomenti qui descritti. Andrà in scena?

Mi sono trovata in un luogo ai confini del mondo conosciuto, pur sapendo essere in un teatro e sapendo bene che questo viaggio era il compimento di una lunga ricerca. Mi sono sentita trasportata in una dimensione non meglio comprensibile, ben oltre quella onirica, ben presente, ma al contempo in grado di vedere oltre quella che chiamiamo realtà percettibile. Tutto è avvenuto all’improvviso, come improvviso arriva un temporale estivo, poiché le visioni sono come la pioggia ebbe a dire Alce Nero sciamano e veggente Sioux, ed aveva ragione; quando mi sono trovata proiettata nel luogo non luogo della visione ero intenta a elaborare una scrittura scenica, immaginandola ad occhi chiusi, come faccio sempre. Terminata quell’esperienza mi sono trovata  a scriverne nella modalità di scrittura automatica e una volta terminata, come di ritorno da un viaggio lungo e faticoso, mi sono  sentita oltre modo spossata. Senza aggiungere altro ecco quanto ho visto, sentito e scritto e quella scrittura scenica che avevo in animo di elaborare era di fatto pronta, dovevo solo strutturarla e darle vita.

L’attenzione ai mutamenti sociali come attività e piacere comportano molto spesso l’imbattersi in eventi senza spiegazione, sono convinta che l’attività di ricerca sia parte della mia essenza, talora intuizioni non elaborate si sono palesate alla mia mente perfettamente formate, con collegamenti temporali e storici.

Sono sempre stata convinta che ogni singolo evento  faccia parte di un più vasto processo che a sua volta si collega ad altri e via così all’infinito e che la realtà che viviamo sia solo un pallido aspetto di una più composita realtà sottile e che l’azione metamorfica della realtà non sia che la ripetizione di eventi già accaduti innumerevoli volte.

Se vogliamo cogliere il messaggio che tali eventi ci consegnano dobbiamo necessariamente approfondire ogni scrittura e tradizione sapendo comparare e concatenare, ma sempre con uno spirito umile e con l’obiettivo di non trarre vantaggio dalla nostra ricerca.

Uscire dalla logica dominante è il primo passaggio mi dissi all’inizio di quella ricerca che mi ha condotto sino a qui.
Sono consapevole che sia  necessario assecondare le proprie inclinazioni e che chiunque pensa di imporci scelte non nostre, portandoci a chinare la testa supinamente compie un grave delitto che può portarci verso sponde a noi totalmente estranee e arrecarci gravi danni. Spesso la ricerca conduce il ricercatore e non viceversa, i mutamenti  o la riproposizione di eventi già verificatisi non poteva che concentrare la mia  attenzione collegandomi poi con studi già compiuti sulla vera essenza dei fatti storici o dell’immagine che noi abbiamo della storia, considerata la radice di ogni fatto, completava il quadro necessario al proseguo del mio lavoro.

Presi a collegare fatti e scritti cercando di coglierne gli aspetti più nascosti, in quei giorni seduta al centro del piccolo parterre del teatro in cui solitamente provo od elaboro drammaturgie era ricoperto da strati di volumi e nel computer si accumulavano file su file, si delineava  così una sempre più dettagliata mappa di avvenimenti propedeutici a nuove sciagure umane che erano la base del nuovo lavoro a cui mi dedicavo.
Fu Ovidio ad illuminarmi, la rilettura comparata delle “Metamorfosi” con i “Veda” le “Upanisad” il “Popol Vuh” il“Bar-dó thos-grol”e altri testi portò a conferma, alcuni assunti per altro confermati anche da altre fonti.
Per contrastare un evento di natura soverchiante e necessario comprenderne  i meccanismi sottili che lo generano, pochi sono in grado di farlo poiché in ogni caso  le forze in campo sia in negativo che in positivo agiscono comunque in uno status quo di carattere illusorio.

Lo studio di questo tipo non deve mai diventare settario o avvalersi d’elucubrazioni di carattere iniziatico, che per se stesse sono elemento d’instabilità e caos, poiché troppo profuse al culto di se stesse, generano di fatto l’espansione dell’ego.

La visione mi consente di fermare i pensieri sull’attimo presente, non avverto alcuna sensazione corporea, e nemmeno ne sono interessata, sono in un luogo sospeso tra il tempo e la sua concezione, ogni respiro espande il mio essere, rilassa le mie membra, m’ingloba con il circostante, avverto il cerchio all’interno del quale sono inserita, innumerevoli anime realizzate compongono questo cerchio, parlano, ma non odo parole, comunicano all’unisono avverto e percepisco e assimilo quelle che in altre realtà sarebbero parole:

«Si manifestano sempre  in compagnie o legioni, preparano il terreno, prima i loro servi in apparenza i più stolti, per parlare agli stolti, seminando l’odio e la discordia, il sospetto e l’intolleranza, irretendo le menti più deboli, elargendo dei tre costituenti l’ignoranza e la passione; poi giungono gli strateghi, più astuti, che incarnano i politici pronti a guidare i popoli, prima preparati dai servi, sono all’apparenza affascinanti tanto che si propongono come modelli da seguire,  le loro parole di odio sono condite con miele. Il terreno già preparato consente loro di allargare il consenso e molto spesso agendo sull’illusione portano le menti più colte a sottovalutare ciò che sta accadendo. Sempre più l’ignominia dilaga sempre più il velo illusorio genera oblio, facendo leva sui sentimenti sopiti di molti che all’apparenza  parevano i più virtuosi, di fatto, si allargano le schiere di chi collabora o permette loro di farlo. Il piano sottile della loro opera non è minimamente intaccato da azioni grossolane e  coloro, che su questa dimensione, si oppongono non riescono, di fatto, a cambiare le cose.
La preparazione del terreno può essere lunga ed ha come obiettivo preparare il terreno per l’arrivo degli artefici d’ogni nefandezza, coloro in grado di dare pieno compimento al disegno malvagio».

Ogni intuizione qui prende corpo, sta accadendo di nuovo, com’è accaduto innumerevoli volte; percepisco chiaramente il messaggio delle anime realizzate.

«Contemporaneamente a varie latitudini si attua lo stesso disegno, tutto si adatta perfettamente alle singole realtà, per capire l’evoluzione degli eventi è necessario averne la visione totale. Le proporzioni ora sono maggiori rispetto ai precedenti, è sempre così, l’età del ferro degenera d’attimo in attimo.
Ogni parola è detta per raggiungere il contrario, difendere la vita per offendere e dominare la vita, gli strali contro la tecnologia per appropriarsene nel gioco di ruolo condotto dalle stesse entità in una danza malvagia che mira a confondere mettere gli uni contro gli altri, finte democrazie e politici travestiti da filantropi sono additati come esempio, l’Umanità è dimenticata per il potere, la tecnologia ed ogni sorta di manipolazione s’impongono con lo scopo di far dimenticare il passato e i terrori che  ha prodotto, un’illusione fitta come la più fitta delle nebbie ricopre il mondo».

Il compito è mantenere viva l’Umanità , comprendere e prevenire il disegno disumano in atto.  Il luogo dove le” Anime Realizzate” mi hanno parlato è svanito e una volta uscita dalla visione tutto era chiaro, sono tornata nei luoghi del reale, con una leggerezza che con non avevo mai provato e foriera di una appagante energia creativa.

Le Metamorfosi
Veda
Upanisad
Popol Vuh
Bar-dó thos-grol


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