Quella neve calda che…

Quella neve calda che…

o di un EP di Demetrio Poli

Autore: Emanuele M. Landi

Fiocchi di neve calda

Fiocchi di neve calda

Gli accordi della chitarra aprono a mondi conosciuti, ma si arricchiscono di infinite sfumature che raccontano di esperienze e frequentazioni che l’amico Demetrio ha indossato, tra musica, poesia e letteratura. Tante di queste condivise assieme in quell’esperimento davvero originale che è La Voce del Bardo che anche se difficilmente definibile lo si può dire come un porto dove sono approdati musicisti e cantori e dove il reading realizza al meglio il suo essere.

Ora ecco un lavoro che va ben oltre la dimensione cantautorale, lo definirei piuttosto il trionfo sinfonico del minimalismo, con il cesello in filigrana che i pochi strumenti che affiancano la chitarra producono sostenendo così la voce che elargisce parole capaci di ammaliare come la poesia.

“Fiocchi di neve calda” è un EP che prosegue il viaggio che Demetrio ha intrapreso ormai da tempo dove i testi armonizzano l’intimismo con perle rare di impegno civile e sociale, un’altra tappa per un viaggio che si appresta a parlare a quanti hanno ancora voglia di ascoltare o sono ancora capaci di lasciarsi trasportare in quell’universo tempo spaziale che suoni e parole sanno costruire.

Non credo affatto, come molti dicono, che la canzone che dona testi che vanno ben oltre le scontate rime a cui ci siamo abituati non facciano più breccia in particolare agli uditi più giovani, sono invece convinto che vi sia ancora tanta curiosità per proposte capaci di far uscire dal definito e dalla ripetitività che pare contraddistinguere questo nostro tempo, lo dimostra il fatto che varie canzoni di Demetrio sono molte apprezzate da quanti possiamo definire i più giovani.

Le cinque canzoni che compongo questa piccola raccolta sono come piccoli affreschi che si presentano alla scoperta attraverso i sensi dell’ascoltatore, mi sono chiesto se fosse il caso di raccontarle una ad una quasi a mo’ di guida all’ascolto con tanto di analisi filologica e di armonia musicale e quindi una recensione più che mai ortodossa, nessuna intenzione da parte mia di far questo.

Conoscendo e lavorando in campo artistico da vari anni con Demetrio penso invece di proporre si una guida all’ascolto, ma consigliando di lasciarsi conquistare in tutta tranquillità dai brani, con quella predisposizione che forse abbiamo dimenticato.

Che altro dire che se non che io per primo apprezzando questo lavoro attendo al più presto la dimensione live.

 


C’è un posto comune che…

C’è un posto comune che…

a cura della Redazione

Un progetto comune

Un progetto comune

C’è un posto comune ad ogni popolazione, cultura e in ogni continente, dove ci si incontra, che sia una piazza o lo  spiazzo di un villaggio o un’aia, un incrocio di strade, un luogo sacro/magico o altro. Altra cosa in comune sono i cantastorie/raccontatori perlopiù itineranti. Da questo partiamo. Immaginiamo un luogo come sospeso nel tempo, non si sa dove sia, sappiamo solo che in quel posto le persone si incontrano nel viaggio della vita, nessuno sa dell’altra/o da dove venga, ma ognuno si racconta e ascolta i racconti degli altri. Da qui scene e situazioni si evolvono arricchendosi continuamente. Un progetto costruito e condiviso assieme .

Nella prossima stagione stimolati dal Teatro del Lampadiere – Arci Brecht – Bologna e dalla Casa dei Popoli di via Bentini in Bologna, oltre che col teatro civile ci confronteremo con innumerevoli contaminazioni e condivisioni con altre culture e attraverso infinite collaborazioni, che potranno aprire al teatro alla musica magari… e non solo… Vi informeremo costantemente sul progredire del progetto.

Teatro del Lampadiere


Simone de Beauvoir

Simone de Beauvoir
tre aforismi

a cura delle Redattrici

Simon de Beauvoir

Simon de Beauvoir

“Essere donna non è un dato naturale, ma il risultato di una storia. Non c’è un destino biologico e psicologico che definisce la donna in quanto tale. Tale destino è la conseguenza della storia della civiltà, e per ogni donna la storia della sua vita.”

“L’umanità è maschile e l’uomo definisce la donna non in quanto tale, ma in relazione a se stesso; non è considerata un essere autonomo.”

“Il fatto è che sono una scrittrice: una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizionata dallo scrivere. È una vita che ne vale un’altra: che ha i suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini che si possono giudicare stravaganti solo se di essa non si capisce niente.”

Simone de Beauvoir


Le parole di Alex

Le parole di Alex

o della chiara profezia
a cura della Redazione

Alex Langer

Alex Langer

Il teatro civile che da sempre promuoviamo si è dall’ottobre scorso arricchito del pensiero nonviolento, lo abbiamo fatto convinti che il teatro sia per sua natura l’espressione più alta del concetto di nonviolenza e in quanto tale arte rivoluzionaria per eccellenza. Rivoluzione interiore e capace di cambiare profondamente poiché solo cambiando noi stessi possiamo sperare di contribuire al mutamento degli eventi in essere e futuri e del loro oscuro corso, nonché essere esempio per quanto diciamo a parole.
Pubblichiamo ora questo testo tratto da un articolo del 1989 di Alex Langer (politico, pacifista, nonviolento, scrittore, giornalista, ambientalista, traduttore e docente italiano).

Pur avendo trent’anni questo scritto è di assoluta attualità, Alex Langer sapeva cogliere con largo anticipo le pulsioni e i mutamenti della società sua contemporanea e della storia. L’Europa che qui è tratteggia è in effetti quella che oggi abbiamo davanti con tutte le sue pulsioni e problematiche ivi compresa la deriva populista e reazionaria.
Questo testo sarà la base per un reading e che racconterà della figura politica ed umana di Alex Langer. Pubblichiamo questo stralcio senza nulla togliere e nulla aggiungere affinché i nostri lettori possano ben comprendere leggendolo quanto affermiamo.
In attesa della messa a punto del testo per poi portarlo in scena invitiamo a comunicarci le vostre impressioni, che sicuramente serviranno al nostro lavoro.
A piè dell’articolo i link per approfondire e meglio conoscere Alex Langer.

(…) Le sinistre invece tradizionalmente sono inclini a gridare “al lupo” (fascista o neonazista), salvo poi perdere clamorosamente grosse percentuali di elettori che passano direttamente dai comunisti a Le Pen (come in Francia), o al MSI (come a Bolzano) ed alla “Lega lombarda” (come in Brianza) o dalla socialdemocrazia ai “Republikaner”: una dimostrazione che la pura esecrazione e la condanna verbale di voti ed atteggiamenti bollati come “razzisti” non fanno poi grande impressione e non dissuadono più di tanto. Anzi, i paladini delle varie organizzazioni anti-stranieri rivendicano apertamente la necessità di una correzione in chiave fortemente “nazionale” delle politiche e delle società diventate troppo “mescolate” e prive di identità riconoscibile. La Germania ai tedeschi, la Svizzera agli svizzeri, il Veneto ai veneti, l’Alto Adige all’Italia (o, rispettivamente, ai soli sudtirolesi di lingua tedesca) sono slogan già usati con successo. Continua a leggere …