Canovaccio per un reading collettivo.

Canovaccio per un reading collettivo.

a cura della Redazione

La Voce del Bardo...in reading

La Voce del Bardo…in reading

Condividiamo con i nostri lettori una riflessione su un possibile canovaccio per un progetto sul reading che stiamo elaborando in redazione e che vedrà la partecipazione e collaborazione di svariati partner tra associazioni, attrici, attori. musicisti e partecipanti ad laboratorio teatrale che sta per vedere la luce. Vi terremo costantemente aggiornati sugli sviluppi di questo che sarà l’evento trainante della prossima stagione.

C’è un posto comune ad ogni popolazione, cultura e in ogni continente, dove ci si incontra, che sia una piazza o lo  spiazzo di un villaggio o un’aia, un incrocio di strade, un luogo sacro/magico o altro. Altra cosa in comune sono i cantastorie/raccontatori perlopiù itineranti. Da questo partiamo. Immaginiamo dunque un luogo  come sospeso nel tempo, non si sa dove sia ne cosa sia, sappiamo  solo essere posto dove le persone si incontrano nel viaggio della vita, nessuno sa dell’altra/o da dove venga. Da qui scene e situazioni si evolvono arricchendosi costantemente. Tutto il progetto è costruito col contributo dei partecipanti partendo da questa base.

Immaginiamo sia sera: Ecco entrare in scena una donna (ho pensato che sia una donna ad aprire al viaggio) che si guarda intorno e poi come a ricordare e volta verso il pubblico racconta o legge qualcosa di se o uno scritto (anche in lingue diverse) poi terminato torna a volgersi d’attorno e va a sedersi in atteggiamento di riposo. Le entrate si ripetono come variazioni di movimenti, ora un uomo, una donna o coppie di persone, ogni qualvolta però ognuna racconta o legge.

Variazioni: Alcune dopo essersi sedute frugando nella bisaccia ne traggono del pane o simili e  lo offrono vicendevolmente tra a coloro che dopo il racconto si son seduti, (il rito dell’offerta del pane o simili e del bere è anch’essa parte integrante di tutte le culture) poi da bere da borracce, fiasche o simili, mimando il parlare.

Entrano anche musicisti con il proprio strumento e iniziano a suonare ora accompagnando i racconti/letture ora a raccontare con la sola musica.

Intanto la scena si è animata le persone arrivate sedute o meno sono ormai in sintonia e conversano e ridono assieme (ma solo mimando per non interferire con i racconti) di quando in quando alcuni si alzano invitando altri a fare altrettanto accennando ora un ballo ora una movenza.

Poi musicanti accennano una musica e come fosse un segnale altri si aggregano traendo strumenti che avevano con se avvolti in fagotti o altro, quasi il la ad una sorta di festa di musica…

Nota: (Qui quanti suonano si produrranno nell’arrangiare una musica che amalgami le diverse tradizioni musicali a disposizione).

La scena che segue è essenzialmente collettiva, musiche, danze, parlare, scambiarsi cibarie e…Come se le persone in scena fossero ormai un comunità. Alcuni indossano vestiti colorati, anche scambiandoseli. In un tripudio anche di colori…..

Poi piano piano subentra il momento del riposo e come spossati tutti si acconciano per dormire, mentre il parlottare, il ridere e la musica scemano.

Arriva il giorno che sveglia tutti, ci si guarda in giro e si preparano borse e bisacce, poi si riprende il cammino chi da una parte chi dall’altra, non dopo esseri salutati e magari essersi scambiati dei doni. Poi ci si saluta come si fa con gli amici certi che si rivedranno. Alcuni decidono di percorrere un pezzo di strada assieme. Saluti e abbracci e prosegue il cammino della vita….

Possibile conclusione: Mentre i viaggiatori riprendo il cammino, anche tra il pubblico. Avanza sul proscenio una donna ( forse a simboleggiare uno spirito, un’ entità…o altro…) e “spiega” con poche parole su quanto è successo…Poi esce come attraversando il pubblico…Fine…!

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