Lasciate a me la parola

Lasciate a me la parola

o del teatro come condivisione

Lasciate a me la parola

Lasciate a me la parola

Autrice. Antigone

Mentre il nostro viaggio prosegue lasciate a me la parola per  condurre le vostre menti  alle infinite ingiustizie che l’uomo compie verso i propri simili, condannando molti alla fame, per godere in pochi e smisuratamente d’ogni risorsa, mentre per tanti il cielo è avvolto perennemente dalle nubi.
Città sono distrutte mentre innumerevoli giganteschi cavalli di legno vengono ogni giorno portati dentro le mura e da quei simulacri escono orde a massacrare e togliere vite per poi condannare alla fame e alla schiavitù senza speranza e ogni donna è giocata ai dadi e posta all’uso e all’abuso di uomini e condottieri e signori della guerra.

Lasciate che stringa a me tutti i viventi da qualsiasi luogo provengano, che vengono uccisi, violati, perseguitati per la ricchezza di pochi, lasciate che abbracci coloro che non hanno scampo, che sono cacciati e ricacciati se solo tentano di affrancarsi, liberarsi e vivere degnamente. E noi li accoglieremo dividendo con loro il cibo il giaciglio, la gioia e la vita.

Alfine sappiate che non c’è finzione in teatro, ma l’immenso sentire del più profondo sentimento dell’animo umano che è scevro, quello sì, d’ogni violenza.
Continuiamo allora assieme il viaggio della vita. E quando ci incontreremo sarà sempre una festa.

 


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