Strana Veglia

STRANA VEGLIA  

a cura della Redazione

Walt Whitman

Walt Whitman

Preparando un altro viaggio in quel del reading ritornano i versi di Walt Whitman in questa struggente lirica.  Abbiamo incontrato tante persone, visitato luoghi, avvertito vibrazioni positive fortissime,e letto ad alta voce alcune liriche di Whitman nei luoghi della sua esistenza, ascoltando solo lo stormire di foglie tra gli alberi suoi contemporanei.
La notte scorsa ho declamato versi; mi uscivano spontanei e – per un attimo, ne sono certo – il vecchio Walt era accanto al fuoco con me e sorrideva …

Strana veglia ho tenuto una notte sul campo di battaglia;
Quando quel giorno eri caduto al mio fianco, figlio mio
e mio compagno,
Ti avevo dato solo uno sguardo, che i tuoi cari occhi
ricambiarono con uno sguardo che non potrò dimenticare
E con un tocco della mano sulla mia,  mentre eri steso a terra;
Poi mi ero affrettato nella mischia, e solo a notte inoltrata, avuto il cambio,
Potei tornare in quell’angolo, e ti trovai nel gelo della morte,
Compagno caro, trovai il tuo corpo, figlio che i baci
ricambiavi (né più lo farai su questa terra),
Nudo il tuo volto, sotto la  luce delle stelle, strana
scena, nel vento fresco e leggero della notte;
A lungo allora rimasi lì a vegliarti, in mezzo al campo di
Battaglia che si stendeva buio intorno a noi.
Veglia mirabile e dolce nella notte silenziosa e fragrante,
Veglia senza una lacrima, senza lunghi sospiri.
A lungo, a lungo ti guardai,
Poi mi sedetti in terra, accanto a te, leggermente
reclino, il mento sulle mani,
E trascorsi ore dolci, ore immortali e mistiche, insieme a
te, compagno amatissimo – non una lacrima, non una parola
Veglia di silenzio d’amore e di morte, veglia per te,figlio mio e mio soldato,
Mentre le stelle avanzano in alto, silenziose altre a
oriente salivano furtive,
Ultima veglia per te, valoroso ragazzo (troppo rapida fula tua morte, io non potei salvarti,
Ma ti amai fedelmente, mi occupai di te vivo,
sicuramente ci ritroveremo),
Finché nell’ultimo indugiare della notte, mentre l’alba appariva,
Avvolsi il mio compagno nella sua coperta, avvolsi bene il suo corpo,
Ripiegai la coperta, la rimboccai con cura sulla testa,
con cura sotto i piedi,
E lì sul posto, e bagnato dal sole nascente deposi il
figlio mio nella fossa, nella sua fossa scavata rozzamente,
Veglia per un ragazzo che ricambiava i baci (né più lo farà su questa terra).
Veglia per il mio compagno così presto annientato, veglia
che mai scorderò di come nel cielo che schiariva,
Mi alzai dalla terra gelata e avvolsi bene il mio soldato
dentro la sua coperta,
E lo seppellii dove cadde.

 

 


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