Asoka testo teatrale

Asoka

o del saggio governare

lettura scenica a più voci di Emanuele M. Landi

Narratore
Asoka il cui nome significa “senza sofferenza” è il principe illuminato che diffonde l’essenza del Buddhismo in tutta l’India fino a farlo penetrare nelle pieghe più recondite della società contribuendo così all’universalizzazione spirituale della cultura indiana quale noi la conosciamo.
Possiamo collocare il suo regno nel (corso del) III secolo a.C. anche se rimane incerta la data della sua incoronazione probabilmente avvenuta tra il 270 e il 230.
Asoka attinge al lascito politico di Alessandro Magno che in India termina la sua azione di conquista attorno al 331 a.C. per poi lasciare il corpo terreno nel 323 dopo aver conosciuto, si dice, Candragupta nonno di Asoka e fondatore della dinastia Maurya.
L’impero Maurya del quale Asoka si troverà a capo comprendeva pressoché l’intera India e si estendeva fino all’attuale Afghanistan: un impero conquistato con battaglie sanguinose alle quali l’imperatore guerriero aveva partecipato con la determinazione e la durezza/crudeltà che appartenevano alla tradizione della sua casta.
Eppure ad un certo punto Asoka, come per una folgorazione divina compie la scelta politica e spirituale che caratterizzerà il suo regno e lo porrà come pietra miliare nella storia successiva. Forse la sua scelta fu suffragata anche dal ricordo del nonno Candragupta che con Asoka ancora bambino lasciò il trono e il potere per abbracciare la vita spirituale come monaco Jaina, gettando davanti agli occhi del piccolo nipote la sua spada nel fiume poiché vista come il simbolo del male. Quel gesto molto probabilmente rimase impresso nelle mente di quel bambino.
Per la prima volta un principe di casta brahminica, uno ksatriya, si converte al Buddhismo e sceglie di governare secondo i principi di questa filosofia. È una sorta di illuminazione che fa seguito alla chiara visione dell’inaccettabile crudeltà della guerra, una nuova consapevolezza che apre in lui una ferita profonda; sente di dover espiare.
Negli editti plurilingue, tra cui il greco e l’aramaico,  scolpiti sulle steli che egli fa apporre in tutte le province e ai confini del suo vasto regno sono annunciate le novelle regole morali, i precetti e le leggi che caratterizzano il suo governo nonché eventi o imprese politicamente rilevanti ispirate alla dottrina del Buddha. Prende il nome di Piyadassi in pāli: (in sanscrito Priyadarśin  – Priya-darshi), “il compassionevole” e con questo nome si chiamerà nei suoi editti.
Per diffondere il messaggio compie innumerevoli viaggi e pellegrinaggi rendendo omaggio a Brahmini Vedici, Jaina e asceti di ogni credo, corrente o scuola spirituale.
Alla base del suo impegno pone la tolleranza assoluta supportata dalla compassione; rinuncia ai piaceri regali come la caccia, adotta e divulga il vegetarianesimo mentre cerca di dissuadere i suoi sudditi dal sacrificio di animali e dalla macellazione.
È un tempo di pace e armonia quello che scandisce il suo regno
Certo non mancano tensioni, ma queste vengono assai ben governate, risolte grazie alla propensione del signore Asoka a dare per primo l’esempio –un tratto distintivo del suo carattere!-
Sarà sempre lui ad applicare per primo i precetti enunciati premurandosi di rendere noto ai sudditi il suo comportamento così da indurli ad imitarlo.
Verrebbe quasi da dire che un tale modo di reggere lo stato sarebbe un buon modello anche ai giorni nostri ….

Prima Attrice
Vuoi forse sostenere che l’ideale anche ai nostri giorni sia un monarca illuminato, capace da solo di dare impulso alla società, evitando tensioni e conflitti? Più ci penso e più mi convinco che oggigiorno questo non è possibile .

Seconda Attrice
Non dico affatto questo. Sono invece certa che debba essere l’esempio a muovere i nostri atti, ma non parlo di ciò che fanno politici o governanti, perché le loro azioni sono, nella maggior parte dei casi, corrotte da interessi economici.
Penso piuttosto  a quella forma di governo, se possiamo definirla così, che realizziamo nella quotidianità. Ognuno di noi, se ci pensi bene, nel corso della vita, agisce ogni giorno come un governante.
Ispirarsi a grandi esempi può, anche se gradualmente, avvicinarci alla consapevolezza e contribuire alla costruzione di una società più giusta. Sì è sicuramente più facile, credimi, agire in coscienza tra le mura domestiche che non nei palazzi del potere».

Narratore
Solo davanti al gran re capì il suo peccato, non alzò lo sguardo fin quando Asoka non scese gli scalini alla cui sommità era situato il trono.
L’imperatore, prese tra le mani il viso del dignitario e ne fissò lo sguardo,
Fu allora che Jawaral abbandonò i suoi occhi al pianto e ben presto il suo volto fu completamente bagnato e con esso le mani dell’Imperatore.
Il dignitario cadde a terra non appena Asoka lasciò la presa
Non c’erano più forze in quelle membra, ormai era un nulla schiacciato dal dolore e dalla colpa che avvertiva in tutta la sua gravità, davanti al grande re, colui che aveva promulgato la legge e precetti del Buddha in tutto il suo vasto regno.
Il gran re, era seduto sul trono, proprio di fronte a Jawaral
Fece cenno  a dignitari e cortigiani di allontanarsi così da rimanere solo con il suo convenuto.
L’immensa stanza del trono rimase silenziosa, avvolta nella penombra del pomeriggio, pareva che in tutta Pataliputra regnasse il silenzio, solo il verso acuto degli uccelli il cui volo radente lambiva le guglie del palazzo rompeva quella quiete.
L’uomo che si era prostrato innanzi al re tentava di resistere ai fremiti incessanti di tutto il corpo, sentiva la presenza del suo imperatore, ne avvertiva il respiro, ma anche l’attesa, seppur priva di ansia. Forte era l’impulso di alzare il capo, ma temeva di non reggerne lo sguardo.
Passarono pochi ma interminabili minuti, poi un intenso profumo di loto inondò la grande sala
Il respiro di Jawaral entrò in armonia con quel profumo e fu allora che alzò il capo e il suo sguardo incontrò gli occhi sereni di Asoka.

Jawaral
O mio re nella lontana provincia dove tu mi hai mandato le tue parole sono giunte come un’ eco lontana, una stravaganza della corte, ed io sono stato il primo a pensare ciò, ho continuato ad agire come da millenni i miei avi erano soliti fare, con la spietatezza necessaria a dare un esempio. La corte è lontana, pensavo, che ne sanno di cosa è necessario in questa provincia. Ma tu grande re sapevi, ed ora prostrato davanti alla tua compassione capisco che ho tradito il mio re e la sua legge.

Asoka
Jawaral o Jawaral, quanto dolore hai sopportato, quanto orrore le tue mani hanno provocato, quanta morte hanno visto i tuoi occhi. Eri certo che venendo a corte il tuo re avrebbe ordinato di giustiziarti, ma credi forse che la giustizia si compia nell’uccidere una creatura, eri convinto che avendo ucciso saresti stato ucciso. Quale pesante fardello porti sulle spalle mio caro amico?

Prima Attrice
Mi riesce difficile pensare che secoli orsono un monarca assoluto sovrano di un così vasto regno, abbia potuto fare propria una filosofia come quella buddhista che per sua natura è la negazione, il rifiuto del potere.

Seconda Attrice
Guarda che ci sono molti esempi nella storia che ci fanno capire come da luoghi o situazioni inusuali ci possa giungere un messaggio talmente forte da costituire al tempo stesso un esempio e un arcano. Asoka compie un miracolo, ma lo fa da governante.
La sua grandezza certo sta nel fatto che è impensabile che un monarca tanto potente possa cogliere appieno un messaggio quale è quello del Buddha fino al punto da volerlo come base dell’ordinamento del proprio impero.

Prima Attrice
Sì, tuttavia, mi vien da dire che essendo egli un monarca pressoché assoluto, ogni legge da lui promulgata finirà sempre per cadere dall’alto!

Seconda Attrice
Questo è sicuramente un limite, e per questo certi suoi governatori, abituati a ben altre leggi, avranno difficoltà ad accogliere l’essenza del Dharma, che è la legge che governa il cosmo.

Prima Attrice
Scusa ma non sarebbe stato più logico per Asoka al momento della rivelazione abbandonare il trono ed entrare nella vita monastica?

Seconda Attrice
Considera che come monaco non avrebbe inciso granché e non dimenticare che già il riconoscimento dell’ordine monastico come guida spirituale rappresentava un sovvertimento dell’ordine gerarchico millenario, quello basato sulle quattro caste dell’ordinamento vedico. I monaci per lo più non appartenevano a caste elevate e il Buddhismo si afferma proprio attraverso il rifiuto del sistema delle caste.

Prima Attrice
Asoka si fa portatore di una nuova legge, ma agisce all’interno della sua realtà egli è uno ksatriya e appartiene alla casta di guerrieri e governanti.

Seconda Attrice
Esatto, mantenendosi al vertice della piramide sociale rappresenta il baluardo del potere, rimane imperatore, agisce ben saldo all’interno di quel sistema e proprio in virtù di questo sa che la legge del Risvegliato pur nella sua forza rivoluzionaria sarà accettata.

Prima Attrice
Quindi possiamo dire che solo rimanendo all’interno della sua casta può sperare di incidere e rendere efficace la sua missione. Agire all’interno del proprio rango ne aumenta  decisamente la portata. Giusto?

Asoka
Mio caro amico il tuo re ha promulgato la legge dell’Illuminato affinché la sua pace sia conosciuta e condivisa da tutti per dare a tutti gli esseri viventi la possibilità di comprenderne l’essenza, consegnando a ciascuno la chiave della propria “liberazione”. Forse ad un re non è consentito amare talmente i propri sudditi tanto da condividere con loro la via della Liberazione?
Ora hai visto il tuo re e sarai tu l’artefice del suo volere nella provincia che amministri, porterai la Legge santa tra i tuoi amministrati; dimentica il dolore e la collera.
Prima di tornare alla tua casa ascolterai gli insegnamenti di un santo monaco, per nutrire la tua coscienza e alleviare la tua sete di conoscenza affinché tu possa elargirla a tua volta nel nome del Buddha e del tuo re.

Narratore
Jawaral era fermo con gli occhi chiusi, mentre le parole di Asoka cullavano tutto il suo essere. Avvertiva ora una sorta di benessere, lentamente la paura si allontanava, aveva ora la certezza che il volere del re era parte del suo spirito. Sarebbe tornato nella sua provincia e avrebbe amministrato la legge con giustizia secondo gli insegnamenti del suo imperatore e nel nome del Buddha.
Riaprì gli occhi lentamente, davanti non c’era più Asoka, ma un monaco dall’età indefinibile il cui sguardo fermo spaziava nell’infinito, senza muoversi prese a parlare con infinita pacatezza.

Monaco
Gli esseri viventi hanno diverse cognizioni del Sé è necessario perciò che ciascuno sviluppi la propria coscienza secondo le proprie specifiche attitudini. Per questo il Buddha ci ha insegnato a sviluppare la Compassione, per sentire la sofferenza di ogni forma vivente e condividerla, non per rassegnarci ad essa, ma bensì per raggiungere la realizzazione coscienti che è possibile uscire dalla ruota del Samsara, delle ripetute reincarnazioni soltanto non rendendosi responsabili delle sofferenze di e verso qualsiasi vita.

Prima Attrice
Praticamente Asoka rompe l’equilibrio che per secoli ha retto la società vedica e questo è un dato di fatto. Forse è per questo che solo un anno dopo la sua morte, il Buddismo è quasi scomparso in India?
Guarda io continuo a credere che oggi una tale esperienza sia impossibile.

Seconda Attrice
Consideriamo una cosa, Asoka ragiona da imperatore e non dobbiamo dimenticare che prima di incontrare il Dharma sulla sua strada non era stato mai né benevolo né tanto meno compassionevole. Quell’incontro vedi, lascia in lui una traccia profonda e suscita il fortissimo impulso a divulgare questa nuova dottrina salvifica

Prima Attrice
Ma sappiamo bene che nel convertito in ogni cultura, filosofia od anche religione vi è la propensione ad esaltare la propria visione.

Seconda Attrice
Questo è ancor più evidente se leggiamo attentamente i suoi editti, dove afferma: Tutti gli uomini sono miei figli, e come per i miei figli desidero che ognuno di loro abbondi di benessere e felicità in questo mondo e nell’altro, così desidero per tutti gli uomini.
Ricordi vero?

Prima Attrice
Certo! Ricordo anche che abbiamo affrontato il tema della tolleranza religiosa che è alla base del suo operato
Allora volendo azzardare e seguendo il tuo ragionamento, potremmo quasi parlare di democrazia, anche se con accenti assai particolari, ma ovviamente è tutto da dimostrare.

Narratore
Jawaral, ripartì per la sua provincia, durante il viaggio non un pensiero turbò la sua mente. Sarebbe stato un amministratore esemplare e anni dopo alla caduta dell’Impero Maurya sarebbe diventato un monaco assorto nella meditazione.

Prima Attrice
Allora facciamo il punto: mi dici che l’esperienza di Asoka può far comprendere ad ognuno il giusto modo di comportarsi, ma dici anche che non è più possibile che governanti e politici possano oggi fare questa scelta. Resta il fatto che, con l’imperatore ancora in vita, cominciò il declino.

Seconda Attrice
E perfino il sistema burocratico, vanto di quell’esperienza imperiale, cadde in rovina, certamente anche per la bramosia di alcuni governanti. La casta braminica che aveva perduto il suo potere li incoraggiarono e questi tornarono ad essere dispotici e autoritari.

Prima Attrice
Scusa ma a questo punto mi chiedo: se nemmeno un imperatore è riuscito a mantenere quel sistema egualitario, come lo potrebbero oggi dei singoli, anche se animati dallo stesso fervore?

Seconda Attrice
Penso fosse inevitabile che come ogni cosa anche quell’esperienza dovesse finire, anche perché poteva essere recepita nella sua compiutezza solo da persone animate dallo stesso fervore di Asoka.

Prima Attrice
Non possiamo quindi dimenticare che per realizzare il suo progetto il re rompe l’equilibrio millenario, consegna al singolo, quale che sia la sua condizione, la scelta del proprio destino e così facendo affida all’umanità il Dharma buddista.

Seconda Attrice
Asoka vedi rappresenta l’apoteosi e la fine. Ci fa capire come il potere sia estraneo alla compassione, ma quell’esperienza consegna al re tutta intera la sua dimensione umana, se non fosse stato uno Kshatriya non avrebbe potuto svolgere quel compito che il destino gli aveva affidato: divulgare, affermare e consegnare il Dharma a tutti gli esseri.

Prima Attrice
A questo punto credo proprio si possa affermare che oggi è impossibile una tale esperienza, ed il motivo principale è che gli attuali governanti sono così degradati dal potere e dal suo esercizio che neanche possono concepire principi egualitari.

Seconda Attrice
Penso che solo poche persone, sai, nel silenzio del proprio cuore e attraverso l’esercizio quotidiano della compassione e della meditazione, possano essere d’ esempio, non per riprodurre un governo basato sulle leggi e i precetti divulgati dall’Illuminato,  che ne snaturerebbero il messaggio, ma per conservare questo tesoro, lontano dal potere, che è la morte senza speranza, senza Nirvana e contagiante come la peste.

Prima Attrice
Annuisce.

Narratore
Asoka appena Jawaral ebbe lasciato il palazzo, si sedette ai piedi del trono nella perfetta posizione del loto, fece un profondo respiro, il suo sguardo incontrò il cielo che volge al tramonto, chiuse gli occhi e vide chiaro l’avvenire. Vide la legge e la via del Buddha abbandonata e taluni suoi amministratori corrompersi riprendere l’antica spietata legge. Vide se stesso tradito, ignorato poi esautorato e vide il suo impero sgretolarsi.
Ma vide anche il buddismo diffondersi in ogni direzione proprio a causa di quel declino portata dal vento e vide tanti Maestri diffondere e testimoniare. Vide il sacrificio di tanti e la repressione, a volte, ma vide anche la sua inarrestabile avanzata. Poi vide Jawaral lasciare l’amministrazione dello stato e indossata la veste arancione portare, errando il messaggio. Sorrise ancora con gli occhi chiusi poi li riaprì, fissò il sole ormai calante all’orizzonte, avvertì un’immensa felicità per il dono concessogli. Aveva visto, sapeva.

Asoka
Non credere a qualcosa perché ne hanno parlato e chiacchierato in molti. Non credere semplicemente perché vengono mostrate le affermazioni scritte di qualche vecchio saggio. Non credere alle congetture. Non credere come una verità ciò a cui ti sei legato per abitudine. Non credere semplicemente all’autorità dei tuoi maestri e degli anziani. Dopo l’osservazione e l’analisi, quando concorda con la ragione e conduce al bene e al beneficio di tutti e di ciascuno, solo allora accettalo, e vivi secondo i suoi principi.

Fine