Diserzione

Diserzione

Autore: Emanuele Landi

fantasy

Ricordo che fu al sesto mese dall’inizio delle manifestazioni che il governo diede i primi segni di disponibilità al dialogo, le aule vuote di tutto il Paese erano ormai una realtà, la stampa internazionale continuava a chiedere conto e documentare quella rivoluzione così inaspettata e originale, che aveva saputo rompere il disegno eversivo di un Governo oligarchico, che, seppure istauratosi con libere elezioni, era di fatto il frutto di una orchestrata campagna da parte dei settori più retrivi del capitale e della destra.

Sono passati ormai parecchi anni da quegli accadimenti, ma la memoria collettiva ha tramandato ogni cosa, ogni più piccolo particolare, è stato deciso di redigere un testo che metta i fatti nella loro esatta cronologia, sono stato scelto io che, per la mia veneranda età, sono stato testimone dei fatti che la precedettero e di come avvenne.

Chi fossero i capi o gli ispiratori di quell’iniziativa senza precedenti nessuno era in grado di affermare, dopo un lunghissimo periodo di braccio di ferro, occupazioni e scontri, il movimento degli studenti pareva costretto in una morsa d’acciaio, la polizia sempre più repressiva era arrivata al punto di usare le maniere forti anche, a suo dire, in forma preventiva, facendo irruzione senza preavviso anche nelle aule dove si tenevano lezioni o sessioni d’esame e picchiava studenti a caso e, non di rado, anche i professori considerati troppo vicino alle istanze del movimento. Chiunque protestasse era percosso. In capo ad alcuni mesi i banchi e le aule erano tutta una chiazza di sangue che, con decreto ministeriale, non doveva essere pulito per essere da monito a chiunque volesse sfidare le istituzioni.

L’uso delle armi negli scontri di piazza fu liberalizzato, in tre mesi di scontri gli studenti uccisi ammontavano a quaranta, l’obiettivo era che non importava quante morti fossero necessarie, ciò che importava era che alla fine il terrore consegnasse al Paese una generazione di studenti dediti solo allo studio e perfettamente inquadrati. L’obiettivo del Governo fu quasi raggiunto. Le famiglie martellate da ogni sorta di messaggio, erano di fatto convinte che il movimento studentesco fosse una sorta di epigono di un esercito rivoluzionario pronto a entrare nottetempo nelle case degli onesti cittadini e sgozzare senza ragione tutti gli abitanti, dopo aver seviziato e stuprato, a supporto di tale messaggio il Ministero degli Interni aveva istituito squadre speciali che, facendosi passare per studenti, uccidevano e massacravano intere famiglie, la notizia era poi ampiamente divulgata con i particolari più raccapriccianti da altre squadre che si infiltravano nei bar, nei posti di lavoro e in ogni luogo dove la gente si incontrava.

Non ci sono documenti che attestino le fasi dell’esodo dell’intera popolazione studentesca dell’obbligo, superiori e università, ne si sa come il tutto si sia palesato nello stesso istante, sta di fatto che il 21 marzo le aule erano vuote , nessuna traccia degli studenti, scomparso ogni segno degli scontri. La polizia procedette a perquisizioni a tappeto, ma nessuno era più presso le proprie abitazioni, le famiglie furono sottoposte a pressante interrogatorio, ma si capì ben presto non sapevano nulla. Dov’erano allora milioni di ragazzi?

Il far parte dell’Europa aveva impedito a quel Governo di chiudere le frontiere, nel giro di poche ore si apprese che in tutti i paesi del continente quel giorno le aule erano vuote, ma a differenza di quel paese, i parchi, le piazze e i campi si erano trasformati in libere università all’aperto, milioni di abitazioni private erano a disposizione, i testi venivano imparati a memoria, raccontati e divulgati, moltissimi professori, medici e professionisti si erano uniti ai ragazzi per consentire loro l’apprendimento, il tutto senza usare ne libri di testo ufficiali, né fondi, né attrezzature; tanti cittadini concorrevano al sostentamento di quella immensa popolazione sia nelle grandi città come negli sperduti villaggi.

Non un proclama, non un documento di spiegazione, solo l’enorme rilevanza del fatto di fronte agli occhi del mondo. Nel giro di tre mesi la stessa cosa avvenne negli Stati Uniti in vari Paesi asiatici e in Australia e a macchia d’olio in ogni parte del mondo.

Era meraviglioso assistere a quelle lezioni estemporanee, a poco a poco persone d’ogni età si avvicinavano ed erano così coinvolte che le città e gli stessi paesi si trasformarono in luoghi di cultura e di studio, nei bar e nelle osterie si discorreva di storia e filosofia, di scienza e matematica; col passare del tempo nessuno guardò più la televisione, ad ogni ora del giorno pubbliche letture intrattenevano milioni di persone in ogni parte del mondo, teatro e musica erano parte integrante di quell’esperienza, ovunque si proiettavano film e, inevitabilmente, la visione produceva interminabili discussioni. I consumi di beni voluttuari si abbassarono drasticamente, taluni scomparvero, tutto il mercato fiorito intorno all’affare della scuola crollò quasi di botto, in sei mesi l’intero pianeta aveva cambiato volto, milioni di persone si autogestivano, collaboravano si scambiavano esperienze, le differenze religiose, etniche e culturali andavano via via stemperandosi.

In un primo tempo la stampa s’interessò del fenomeno, poi non ricevendo mai una spiegazione né un commento, gli stessi giornalisti lasciarono i loro giornali e divennero artefici di quel movimento culturale.

Il libero scambio iniziò, dapprima in sordina, poi sempre più evidente, fino a soppiantare l’uso del denaro.

Dopo sei mesi dal suo avvio il pianeta aveva cambiato aspetto a nulla valsero i tentativi di dialogo attuati da politici e governanti, nessuno sentiva il bisogno di dialogare o di mediare nulla con loro, rimasti attaccati alla loro funzione ormai inutile, crollarono così intere dinastie di politici e amministratori, non servì più la repressione poliziesca non c’era nulla da reprimere, nessuno che manifestasse, nessuna protesta, tutti troppo impegnati nell’elevare se stessi senza alcuna mediazione o delega.

Ora a distanza di tanti anni ormai in procinto di terminare la mia esperienza terrena serbo scrivendo di quei fatti, la speranza che mai si torni indietro.

Redatto il 21 Marzo 2999