Libretto di lavoro

LIBRETTO DI LAVOROLibretto di lavoro

azione di teatro in/civile in un atto

soggetto e sceneggiatura: Emanuele Landi

a cura della redazione

Lo spettacolo, è stato presentato dell’autore, com’è sua consuetudine, in anteprima nell’estate del 2008, in forma di lettura scenica e in prova aperta in varie arene estive tra cui le Feste dell’Unità delle “Caserme Rosse” e “Provinciale” di Bologna e, a seguire, alla Festa di “Villa Torchi” sempre a Bologna, riscontrando vasti consensi ed apprezzato in particolare per la sua attualità.

Un cinquantenne vedovo e senza figli con un lavoro sicuro e stabile, prende coscienza dei mutamenti del mondo del lavoro. Inizia a frequentare le agenzie interinali. Qui conosce Anna, giovane precaria. Attraverso lei comprende come tutte le conquiste fatte dalla sua generazione si siano piano piano annullate. Continui dejavù danno il segno dell’attualità. Globalizzazione, morti sul lavoro, immigrazione, diritti disattesi, diventano il terreno di confronto tra generazioni. Un’opera teatrale minimale dove, con molta delicatezza s’inseriscono elementi personali, il rapporto sentimentale con una collega, o il dialogo immaginario con la moglie deceduta, con la quale ha condiviso, gli anni delle lotte operaie. Di fatto diventa mentore e maestro per quella giovane precaria, rompendo il muro dell’incomunicabilità generazionale, che a suo dire è tra le principali cause della perdita dei diritti. «Non siamo stati capaci di parlare alle nuove generazioni, e non abbiamo vigilato a sufficienza sulle conquiste fatte, dandole per acquisite per sempre».
Il protagonista annullato dalla consapevolezza della perdita della propria storia, (il libretto di lavoro, la sua storia lavorativa, non serve più, le nuove generazioni non sanno nemmeno cosa sia) perde progressivamente contatto con la realtà, o forse acquista maggior coscienza e autentica lucidità pur nella sua progressiva follia; ha dato consapevolezza ad Anna che avrà il compito di raccontare ai suoi coetanei, prendere atto della mutata situazione e affrontarla. Nulla è conquistato per sempre e le certezze possono talvolta essere parte di un gioco perverso che ci viene imposto: è questa la certezza che muoverà i suoi passi e nel farlo non sarà sola.

Perfetto esempio di teatro civile, affronta la realtà lavorativa contemporanea con leggerezza, ma anche con profonda incisività, una sceneggiatura perfettamente equilibrata dove i personaggi sono assai ben disegnati, senza sbavature od eccessi, il risultato finale è un autentico spaccato sulla realtà, in particolare, sulla condizione delle giovani generazioni e sul rapporto con chi le ha precedute.
La scrittura scenica si presta ai più diversi allestimenti ed è, infatti, intenzione dell’Autore sperimentare ogni possibile messa in scena. A breve andrà in scena un nuovo allestimento.