Pow-wow

Pow-wow
a gathering of the Tribes human be-in

Come mettere in scena la poesia della Beat Generation e la psichedelia, dopo aver visto “Riccardo III un uomo un re” di Al Pacino.

Autore: Emanuele Landi

locandina-pow-wow-a

Anna:
Perché non facciamo qualcosa a Teatro?

Emanuele:
Intendi il Riccardo III?

Anna:
No un po’ troppo complicato, qualcosa a due, e pochi altri, magari con la musica in scena.

Emanuele:
Un recital di poesie, con i musicisti dal vivo e qualche canzone, che ne dici?

Anna:
Bello, ma quali poesie?

Emanuele:
Ho qualche idea, magari ci vediamo la prossima settimana e ti propongo qualcosa.

L’indomani mi metto di buona lena, ma soprattutto mi siedo davanti alla libreria, cercando un’ispirazione. Stare a braccia conserte fissando la parete di libri di casa mia, mi ha dato un vero brivido di piacere, chiudo gli occhi per un attimo ed è come se tutte quelle parole, saggi, narrazioni e poesie entrassero in me. Poi lentamente li riapro ed il primo titolo che leggo, chiaro è “Jukebox all’Idrogeno” di Allen Ginsberg, poi “On the road” del vecchio Jack Kerouac, è destino che sia la poesia della beat generation, poi allungo la mano per prendere i libri, l’occhio cade su di un libro che parla della controcultura americana degli anni 60 e della psichedelia, che spesso é in contatto con i poeti beat. Deciso beat generation, psichedelia e canzoni del periodo.
La settimana successiva con un tavolo pieno di libri spiego la mia idea ad Anna.

Anna:
La scelta mi piace molto, ora dobbiamo cercare le poesie per creare un itinerario poetico fino ai nostri giorni (2004), visto che le ultime poesie di Lawrence Ferlighetti parlano dell’11 settembre.

Emanuele:
Mettiamoci al lavoro allora

Anna:
Dobbiamo trovare dei musicisti, almeno un chitarrista.

Abbiamo iniziato  col coinvolgere un amico, Demetrio, in qualità di bassista poi Luca, vecchio amico e ottimo chitarrista, nel frattempo la scelta delle poesie è completa, si iniziano le prove, Luca ispirato dai testi e ovviamente dalle sublimi interpretazioni di Anna e mie compone fior di pezzi e arrangia alcune canzoni adatte per la vocalità di Anna.
A Demetrio, che lascia presto per altre cose in sospeso, subentra Simone ottimo bassista, prevalentemente jazz, che subito entra in sintonia.
Prove e ancora prove, a noi pare proprio funzionare, nel frattempo un po’ del vecchio spirito anni settanta si ripresenta con le psichedeliche e bellissime scenografie di Maya e Mimmo, dall’altra parte la psichedelia è parte della messa in scena.

Il debutto al Candilejas di Bologna il 22 ottobre 2004, la platea, vista dal palco, è fantastica, duecento persone assistono a quel debutto, che apre ad una lunga serie di date.

Proprio un successo!

A seguire si aggiunge al gruppo Fabrizio alle percussioni, lo spettacolo si qualifica per il suo essere evolutivo, in continua trasformazione, aggiungendo nuove musiche, pezzi, accorgimenti scenici e abiti.

Emanuele:
Ci pensi Anna siamo partiti dalla visione del “Riccardo III un uomo un re” di Al Pacino?

Anna:
Del Riccardo III non c’è proprio nulla, ma è uscita davvero una bella cosa.

Abbiamo già gli affezionati, Franca, Francesca, Maria Grazia, Demetrio, col quale inizia una vasta collaborazione tecnica, e tantissimi altri, poi Simona e Chiara che in seguito…