E’ difficile spiegare…

E’ difficile spiegare… il-perfetto-candidato-07

intervista a Emanuele Landi

a cura di Persio

Mi trovo in una sorta di piccolo teatro, situato al piano interrato della sua abitazione. Palcoscenico e sipario, luci e impianto fonico e tanto di platea. Mi accoglie e mi fa accomandare su un divano situato al centro del piccolo palcoscenico a fianco un tavolino con servito un gradevole vino bianco ghiacciato.

Persio:
Grazie per avermi concesso quest’intervista, devo dire che da qualche tempo pensavo di farla. Vorrei come prima domanda chiederti qual è la tua idea di teatro?

Emanuele:
Domandina leggera. Potremmo stare ore a definire cosa sia il teatro, mi limito a dirti, che penso sia parte inscindibile dell’umano, una sorta di luogo necessario alla vita, dove escono le parole che correlate ai gesti consentono la conoscenza di sé. E’ un luogo lontano da qualsiasi coercizione o censura, il teatro è, prima d’ogni altra cosa, voce, affabulazione e racconto, i personaggi vengono dopo e completano la sua natura.

Persio:
Tu lavori molto su questi concetti, tanto che sei considerato a tutti gli effetti, un attore/affabulatore nell’ambito del teatro civile e sociale. E’ questa tua propensione che ti ha ispirato il progetto del blog Teatrocondiviso?

Emanuele:
Inizialmente pensavo ad un sito personale, poi mi è sembrato troppo autocelebrativo, così su consiglio di un amico che lavora in rete, ho optato per un blog, utilizzando un nome che avevo adottato negli ultimi tempi per alcuni spettacoli. Ho iniziato quasi in sordina, teatrocondiviso vuole significare che la messa in scena che io prediligo ha necessità di essere condivisa anche attraverso la discussione e lo scambio d’opinioni prima, dopo e oltre la rappresentazione, la rete mi è apparsa il mezzo ideale, poi con l’infornata di voi collaboratori ha preso il mare vento in poppa. Mi dicono che sia un blog non facile, per argomenti e linguaggio, facilitare le cose non è nella mia indole, la semplificazione induce a quella pigrizia intellettuale che apre alla rovinosa situazione culturale che vive oggi il nostro paese.

Persio:
Non dimentichiamo che tu sei un autore teatrale e che metti in scena prevalentemente testi tuoi, a questo proposito hai scritto testi partendo da classici greci e latini ad esempio in “quattrocentoventisettemila affabulazioni” parti dalle Metamorfosi di Ovidio, hai avuto difficoltà di comprensione da parte degli spettatori nelle sue varie repliche?

Emanuele:
Probabilmente non tutti gli spettatori hanno colto appieno l’essenza del discorso, ma credo che l’andare a teatro debba essere anche uno stimolo ad approfondire, cogliere spunti e riflettere.

Persio:
Quando abbiamo preso l’appuntamento, mi hai consigliato di leggere un libro di Margherite Yourcenar “Ad occhi aperti” dicendomi che leggerlo mi sarebbe servito per la nostra intervista e mi hai anche consigliato di farne la recensione. La recensione l’ho quasi terminata e a breve la metterò sul blog. A questo punto volevo chiederti cosa stai preparando, c’entra forse quel libro?

Emanuele:
Sto effettivamente affrontando un testo tratto da uno scritto della Yourcenar ovviamente non anticiperò quale, ti ho chiesto di fare la recensione di quel testo perché mi pare molto interessante, posso però dirti, che il testo che sto affrontando è una rielaborazione liberamente ispirata a questa scrittrice da parte di un autore e sceneggiatore che ho recentemente conosciuto, persona aperta e piacevolissima, che scrive magnificamente, la sua scrittura scenica è già plasmata per la recitazione e l’attore può solo completarla.

Persio:
Non puoi dirmi altro?

Emanuele:
Su questo consenti ancora un po’ di suspence.
Posso invece dirti che sto impostando uno spettacolo su Pasolini, che in parte è già stato pubblicato sul blog e che vedrà la collaborazione con un amico musicista. Poi il ritorno in scena dopo l’estate di “21 Aprile 1945 a Bologna sboccia il fiore della libertà”, spettacolo sulla resistenza, progettato e portato in scena con Saverio Mazzoni, il chitarrista Davide Brillante e il sassofonista Matteo Raggi. Stiamo poi elaborando un nuovo progetto sulla poesia. Ti anticipo anche, che nella rappresentazione de “Il Perfetto Candidato” del 27 luglio al Parco di via Giardini aggiungeremo alcuni pezzi inediti. Sarà un evento unico, da non perdere. E infine tornerà in scena “Libretto di Lavoro” che ho presentato due anni orsono in forma di lettura scenica, in questa nuova riproposizione avrà un taglio assolutamente originale, tenendo conto della sua attualità, trattando di lavoro e diritti negati.

Persio:
Vorrei chiederti se vedi, a breve una rinascita culturale, nel nostro Paese, ovviamente teatro compreso?

Emanuele:
Ogni attore, regista o autore serio sta lavorando in questo momento per dare ossigeno al teatro, al cinema, alla letteratura e alla cultura in generale. L’impegno è enorme, dobbiamo lottare con una classe politica completamente analfabeta, che odia qualsiasi espressione artistica poiché incapace di comprenderla e per questa ragione si scopre iconoclasta, senza dimenticare che la sua più audace aspirazione è realizzare una società futura priva di qualsiasi fermento culturale e avviata all’analfabetismo, condizione ideale per essere guidata come un gregge. Il teatro e ogni altra espressione culturale che per sua natura apre la mente al ragionamento, è nemica d’ogni fascismo, quale che sia il volto mostrato, ed ora siamo di fronte ad un tentativo di restaurazione fascista della stessa natura di quello che bruciava i libri nelle piazze.
Vorrei fare un appello a quegli attori che hanno abdicato al ruolo d’attori/giullari, che per dirla con Dario Fo, sono stati la voce dei popoli contro tutti i tiranni dal medioevo in avanti, per diventare invece buffoni di corte, al servizio esclusivo dei tiranni.
Tornate sui vostri passi, abbandonate la corte e scendete tra la gente, questo vorrei dire loro

Continua…