Se non hai capito già

Bernardo

Se non hai capito già

intervista a Emanuele Landi
seconda parte

a cura di Persio

Persio:
Passi per essere una persona intransigente e che pretende l’assoluta coerenza innanzitutto da se stesso, alcuni ti definiscono rigido oltre misura.

Emanuele:
Intransigente, dici, potrei dire di sì e non aggiungere altro, ma credo necessario argomentare. Per me intransigente significa essere corretto e perfettamente coerente con quello che si dice, con le proprie convinzioni se vuoi, non è possibile per tornaconto né tanto meno per necessità abbandonarle. Mi spiego meglio, mai e poi mai accetterei una parte o una partecipazione propostami da chi rappresenta l’opposto del mio essere o peggio ancora, rappresenta la reazione e questo anche se mi trovassi davvero in difficoltà, preferisco di gran lunga andare in strada a cappello o per un periodo fare altro.
Sai bene invece, come già ho accennato che tanti, purtroppo agiscono, come recita un detto bolognese, i propositi del mattino non vanno d’accordo con quelli della sera; così ecco che, attori si trasformano in buffoni e si mettono al servizio di padroni, monarchi e governanti presso le loro dimore per feste e festini oppure li troviamo nei programmi delle loro televisioni pronti a soggiacere alle richieste di annoiati cortigiani o divertire plagiati telespettatatori. Poi ecco questi simulacri d’attori, vantare la loro libertà espressiva o il loro progressismo, salvo poi quando qualcuno chiede conto delle loro scelte, ecco che alzano le spalle e dicono che d’altra parte, se vuoi lavorare, questo offre il mercato.
Rigido non è una parola che mi piace, ma se quanto ti ho detto è da intendersi come rigidità, allora lo sono.

Persio:
A questo punto vorrei chiederti cosa ne pensi della nuova tendenza dei mass media, i talent show?

Emanuele:
La maggior parte delle persone ritiene che l’intraprendere una “carriera” artistica sia essenzialmente la via per il successo e la ricchezza, anzi pensano che sia l’unica motivazione possibile, è necessario dire con chiarezza che successo e fama non hanno nulla a che fare con l’arte, il teatro o la cultura in generale. Sembra d’essere tornati nel dopoguerra, quando i giornali come Grand Hotel o i concorsi di bellezza tipo Miss Italia promuovevano ragazze con la promessa del successo, ma quella era una società che usciva dalla guerra e ogni sogno pareva possibile. Sarai attrice, avrai successo e soldi, questa era la promessa, non vali niente, poco importa, un grande regista si prenderà cura di te; diciamo la verità da quella stagione sono uscite solo alcune ragazze carine, sapientemente trasformate in dive, che tolte dalla tutela di questo o quel regista che le ha usate, a volte biecamente, non valevano assolutamente niente, e per fortuna loro, parliamo di cinema, perché se fossero solo salite su un palcoscenico tutto l’imbroglio si sarebbe subito svelato.
Tornando ad oggi, ecco allora i talent show. Una massa d’imbecilli che sognano fama e successo e che corrono a sottoporsi a prove assurde. Sono allestite sceneggiature che prevedono battute precise, che devono però apparire spontanee, con crisi, pianti e litigi compresi. Il capolavoro però si raggiunge nella scelta dei giudici, quelli che hanno il compito di decidere chi siano i migliori meritando la promozione e il contratto.
Questi fenomeni, sono veramente un caravanserraglio di caricature e veri e propri casi umani, purtroppo a volte si affiancano a loro cantanti o attori che parevano seri, ma per chissà quale ragione abdicano alla deficienza imperante. Risultato di tutto questo, il nulla, ma del resto è quello che vogliono gli esponenti della nuova destra ora al governo.

Persio:
Una cosa è certa, non le mandi a dire. Ciò che pensi tu del teatro, lo hai già detto, ma vorrei chiederti se non valuti che il pressappochismo che ormai è diventato l’unica realtà conosciuta non possa nuocere a lungo andare anche al teatro serio, e per serio intendo fedele a se stesso.

Emanuele:
Il rischio c’è, ma è necessario non farsi ammaliare dalle sirene.
Non c’è mancanza di pubblico intelligente, forse il vero rischio e che col passare degli anni vadano perse cultura e conoscenza e questo soprattutto per la mancanza di una scuola pubblica efficiente e libera, mai come adesso ogni futuro culturale di questo Paese è legato all’istruzione, siamo allo smantellamento della scuola pubblica. Una simile strategia di chiaro stampo reazionario non può che aprire ad una progressiva e devastante ignoranza di tutto e su tutto.
Noi andiamo avanti, dico noi perché siamo ancora tanti a non dar credito alle sirene che solleticano il nostro ego e ancora resistiamo alla melliflua voce del padrone. Ogni volta che saliamo su di un palco, ogni nostra rappresentazione è anche divulgare, apprendere e condividere in un continuo e reciproco arricchimento e scambio con il pubblico.

Persio:
Voglio chiudere quest’intervista, chiedendoti del titolo che hai messo a questa nostra chiacchierata, se non vado errato è tratto da un testo di Francesco Guccini, che tu conosci, mi pare?

Emanuele:
La frase è tratta da Vedi Cara, un pezzo del suo secondo disco “Due Anni dopo”, dirò subito, che lo conosco, ma non l’ho mai frequentato se non in sporadiche occasioni, mio padre era originario di Sambuca Pistoiese che è il comune di Pavana, la storica dimora di Francesco, le estati dell’infanzia e dell’adolescenza le ho passate lassù e non vederlo era impossibile. Alcune volte lo abbiamo invitato a serate, con cena e buon vino, ma nulla di più, sta di fatto però che le sue canzoni mi hanno sempre accompagnato e non si contano i concerti a cui ho assistito a Pavana, Bologna, Firenze e tantissimi altri posti e poi gli riconosco, tornando ai discorsi di prima, una evidente coerenza ed integrità, per conto mio non riuscirei ad immaginare la mia storia senza le sue canzoni o il non vederlo in quelle estati lassù tra i nostri monti.
Venendo invece al titolo dell’intervista, il verso che m’interessava è:
…Vedi cara è difficile a spiegare, è difficile capire se non hai capito già…

e si riferisce ad una mia particolarità, quella di verificare le persone dalla capacità di capire al volo cosa è necessario fare in questa o quella situazione, senza che io debba spiegare tutto, persino l’ovvio; in ogni caso sono portato a pretendere l’assoluta correttezza e la condivisione di onori e oneri, tutto qui. La cosa funziona, anche se spesso alcune persone, non in grado di “capire già”. diventano ostili nei miei confronti in ragione delle mie scelte. E’ invece veramente appagante conoscere persone che non solo, capiscono già, ma addirittura prevengono il tuo pensiero.
In ogni caso andate a leggere il testo ed ascoltate la canzone, è una di quelle che preferisco del primo periodo di Francesco.
Ora finiamo questo vino fresco e brindiamo alla nostra e alla salute di tutti i frequentatori del blog.

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