Asoka o dell’imperatore compassionevole

Asoka o dell’imperatore compassionevole

azione scenica a più voci

a cura della Redazione

Capitello di Sarnath III secolo a.C.

Capitello di Sarnath III secolo a.C.

La nuova drammaturgia di Emanuele M. Landi con il progetto scenico e la regia di Giuliana Berèngan  è ora in prova e debutterà nell’ottobre prossimo. Pubblichiamo qui un primo accenno a quello che sarà l’evento di punta della stagione prossima. Naturalmente come consuetudine informeremo i nostri lettori via via sul lavoro di preparazione.

Il progetto:

Questa scrittura scenica prende vita dall’assunto che ogni rappresentazione teatrale apre verso un non luogo o per meglio dire una sorta di tempo sospeso che possiamo definire come un rinnovato o ritrovato simposio Platonico, all’interno del quale  il pubblico manifesta il desiderio di fondersi con gli attori e con essi idealmente disquisire con infinita empatia per vivere attivamente ed emotivamente l’azione scenica da essi rappresentata e ritrovare così in forma non solamente allegorica  la realtà perduta dell’unità umana e per certi versi “spirituale” originaria. Tale prodigio viene determinato dall’emozione comune che espande in una infinita energia aggregante. Possiamo considerare questo lavoro un’ulteriore ed inesplorata variante del rappresentare il cosiddetto  teatro civile, che maggiormente in questo lavoro  coglie l’opportunità per dar voce e visione a quella che è una caratteristica sua propria, raccontare di situazioni, luoghi e personaggi che grazie agli attori si palesano in scena con narrazioni ed azioni anche storicizzate e aperte alla contemporaneità, spaziando così verso idealità bramate, superando di fatto ogni ostacolo che il quotidiano frappone, azzardando e sperimentando come lo fa anche la filosofia, attraverso, la parola, il gesto e  persino i silenzi, dando vita ad una profonda simbiosi con quanti partecipano a quel rito collettivo che è l’azione teatrale. Pertanto è assolutamente desiderabile, se non addirittura  inevitabile  che terminata l’azione e tornati alla vita di tutti i giorni, ci si ritrovi uniti, attori ed astanti a ripercorrere quanto ascoltato, accrescendo il desiderio di approfondire, dando così libero sfogo al pensiero e se poi sarà stimolato il gusto alla discussione, per molti versi dimenticato, non potrà che essere fonte di grande soddisfazione per i proponenti.

L’azione teatrale prende spunto dall’opera e dalla vita di Asoka imperatore indiano del III° secolo a. C. regnante sull’ impero Maurya che comprendeva la quasi totalità dell’India e si estendeva fino all’attuale Afghanistan, che regnò per ben quarantun anni, dal 272 al 231 a.C., sino alla sua morte. Impero che prende vita in età successiva alla scomparsa di Alessandro Magno e per certi versi ne è culturalmente collegato. Epoca, assai poco frequentata dagli storici ed esclusa di fatto dai programmi scolastici, che terminano proprio alla morte di Alessandro.  Asoka a seguito della sua conversione alla dottrina del Buddha compie una scelta politica e spirituale che caratterizzerà tutto il suo regno operando di fatto una netta trasformazione della tipologia di governo che si caratterizzerà come un periodo di pace e armonia, verrebbe quasi da dire che un tale governo potrebbe essere un buon esempio anche a i giorni nostri…Il lavoro proposto si articola tra il racconto storico e il dialogo tra gli attori in scena che, ripercorrendo l’epopea e l’azione politica di Asoka e si interrogano sulla sua attualità. Si palesano poi alcuni personaggi, tra cui l’imperatore stesso, che conferiscono alla rappresentazione un grande fascino…

«Mi riesce difficile pensare che secoli orsono un monarca assoluto regnante su un così vasto regno, abbia potuto fare propria una filosofia come quella buddhista che per sua natura è la negazione, il rifiuto del potere.»…cit. dalla pièce

Personaggi e interpreti:
Narratore: Saverio Mazzoni
Asoka: Emanuele M. Landi – Jawaral: Ilaria Zeri
Dialoganti: Gemma Ruzza –  Lydia Pisani
Drammaturgia: Emanuele M. Landi
Progetto scenico e regia: Giuliana Bèrengan
Musiche originali: Lydia Pisani

 

 

 


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