Marenza Pirozzi

Marenza PirozziMarenza Pirozzi

… Sono nata attrice, da quando lo spermatozoo di mio padre si è magicamente unito all’ovulo di mia madre.

Introduzione lapidaria e solenne per descrivere definitivamente la mia vocazione alla “settima arte”. Il teatro amatoriale, perché è quello di cui sto parlando, è stato sempre parte integrante della mia vita, ho iniziato a masticarlo a scuola, dove le maestre non hanno fatto che invogliarmi ancora di più in questa mia passione. Ho sempre avuto una cura maniacale e metodica nell’organizzare le recite di Natale e di fine anno, tanto che questo mio interesse lo trasmettevo anche nelle riunioni familiari dove mi divertivo fin da piccola ad organizzare piccole rappresentazioni con i miei cugini,che dovevano subire le mie direttive bizzarre. Ho brillato sempre, anche alle scuole medie, dove mi venivano assegnate sempre parti “importanti” e dove il teatro era una parte preponderante dell’aspetto educativo, ho avuto l’opportunità di cimentarmi con autori importanti come Luigi Pirandello e Eduardo De Filippo già in tenera età.
Quando poi sono passata alle scuole superiori è affiorata in me e attorno a me una sorta di “aria anarchica” e quest’aria si è avvertita anche negli spettacoli che preparavamo insieme ai compagni di istituto, rivisitazioni grottesche e ironiche di poesie,ma anche il lirismo più elevato di autori come Cielo D’Alcamo e Dante Alighieri.
Parallelamente, fuori dalla scuola, ho iniziato a fare teatro prima con la compagnia teatrale del C.V.S. (Centro Volontari della Sofferenza) formata da normodotati e diversamente abili che portavano in scena opere di autori locali, con loro ho avuto l’opportunità, di interpretare una ragazza diversamente abile ed è stata un’esperienza formativa che mi ha fatto capire che il teatro è per tutti, e soprattutto di tutti!
La voglia di sperimentarmi come attrice non si esauriva mai e, per fortuna, le occasioni per esibirmi e “praticare” non mi mancavano. Provengo da un piccolo paese Apollosa, alle pendici del Taburno in provincia di Benevento; dove le realtà associative sono molto vivaci. In ogni associazione c’è “d’obbligo” di una compagnia teatrale, anzi, anche più di una ,(io le ho frequentate tutte) e c’era e c’è sempre un calendario fittissimo di rappresentazioni da portare in scena: da quelle a stampo religioso, come ad esempio la “Passione e morte di Cristo” in una versione scritta e riadattata da noi, che cambiava ogni anno, dando risalto una volta ad un aspetto della storia e un’altra volta ad un’altro (ho avuto modo di interpretare negli anni, praticamente tutte le parti femminili, da Maria Maddalena, alla “tentazione di Cristo nell’orto del Getsemani”, alla Veronica…) alle “Carnevalate” dove portavamo in scena storie scritte da noi, inserendo caricature dei “personaggi” bizzarri del paese, ma anche leggende legate al territorio, e soprattutto repliche della “Gatta Cenerentola” del grande maestro Roberto De Simone, come anche alle commedie che preparavamo per il Natale, e qui ci cimentavamo con i “grandi autori” come Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo, Riccardo Pazzaglia (quest’ultimo abbiamo avuto l’opportunità di averlo come “spettatore” ad un nostro spettacolo,”La moglie fatta in casa” da lui scritto). Non paga di tutte queste “esperienze” ho deciso di sperimentarmi come attrice anche “altrove” e ho collaborato con altre due compagnie teatrali: la compagnia teatrale dei lavoratori Telecom di Benevento, dove abbiamo portato in scena svariati autori locali, e dove ho avuto anche il “brivido” di partire per una mini turne fuori regione, e una compagnia teatrale creata ex novo con un amico, e qui ho avuto l’occasione di mettermi alla prova anche come attrice di recital portando in scena spettacoli dove era preponderante la ricerca introspettiva del personaggio. Poi c’è stato un brusco stop, per vicende strettamente personali, sono stata a “digiuno” per tre anni, tre anni in cui ho sofferto molto la mancanza delle “quattro tavole inchiodate”, successivamente ho deciso di ricominciare, questa volta a Bologna, con l’associazione Club di Fantomas di Giorgio Celli, dove ho portato in scena il “Re Orso” di Arrigo Boito, ma qui stiamo parlando di contemporaneità ormai…..